Contributo di
ANDE TORINO
L’attualità delle finalità dell’ANDE emerge dagli articoli dello Statuto che le tratteggiano.
In particolar modo, a distanza di quasi 65 anni, devono essere ripresi con vigore gli obiettivi fondamentali sul diritto/dovere del voto, rivolgendosi a tutto il corpo elettorale, donne e uomini.
In particolare ricordo l’art.1 “…consapevoli delle responsabilità inerenti al diritto di voto ed all’influenza che, attraverso di esso, si può esercitare sia per lo sviluppo della società che per la tutela delle libertà democratiche, premessa di ogni progresso civile.”
Oggi purtroppo, a differenza del 1946, bisogna fare i conti con un’indifferenza se non con un’insofferenza da parte dei cittadini verso la politica in tutte le sue espressioni che sicuramente in un paese che si affacciava alla democrazia con aspettativa e speranza non c’erano.
Occorre far recuperare al voto il connotato di una scelta importante, decisiva - pensiamo al referendum del 1946 ed alle elezioni del 1948 - il valore di uno strumento attraverso il quale i cittadini esercitano il loro diritto di proprietà sullo Stato e sulle istituzioni locali, che sono altrettanto fondamentali per lo svolgimento della vita sociale e civile.
Oggi è iniziato, con la messa in moto del federalismo, un altro passaggio fondamentale che è necessario seguire attentamente: le Regioni avranno autonomia e poteri maggiori con incidenza sempre più forte sulla vita dei loro abitanti.
E’ certo che perché il rapporto funzioni e le elezioni rappresentino effettivamente una scelta da parte dei cittadini, occorre che il sistema elettorale lo consenta.
Su questo argomento importantissimo, anche perché presentato molte volte in maniera troppo astratta e/o semplicistica, c’è stata molta disattenzione da parte dell’opinione pubblica.Possiamo dire che la parola d’ordine che ha contrassegnato gli ultimi cambiamenti nelle leggi elettorali, che sono stati molti e per tutti i livelli di governo negli scorsi anni, è stata “governabilità”.
Questo ha comportato un rafforzamento degli esecutivi e un depotenziamento delle assemblee dal centro alle periferie: però gli elettori votano le assemblee!
Aggiungiamo la possibilità, sempre a tutti i livelli, di inserire negli esecutivi tecnici non votati da nessuno ma scelti dai vertici politici e/o istituzionali e la frattura con la volontà espressa dagli elettori si apre ancora di più.
Penso che per ristabilire interesse e voglia di partecipazione alla vita pubblica occorra utilizzare meccanismi che rendano la scelta elettorale effettiva e controllabile.
Il sistema a collegio uninominale è quello che permette il rapporto più chiaro tra elettori e candidati.
Una delle obiezioni che venivano fatte nel passato era che il sistema non era esente dalla manipolazione dei vertici di partito attraverso l’assegnazione dei collegi ritenuti più sicuri a candidati imposti prescindendo dalla rappresentatività del territorio.
Credo che ormai i collegi politicamente sicuri non esistano più: emerge dalle vicende elettorali che il radicamento ideologico ha ceduto il passo alle valutazioni sulle persone, nel bene e nel male.
Inoltre, frammentando la scelta a vari livelli e non lasciandola solo a livello dei leaders, si riducono i rischi di cesarismo presenti nel nostro sistema.
D’altro canto è ormai chiaro che non esiste sistema per sconfiggere a priori il voto di scambio o il controllo del voto: non si può appiattire la partecipazione democratica guardando alle peggiori deviazioni ma bisogna cercare di spronarla offrendo le migliori motivazioni.
L’assenteismo è oggi il cancro da combattere, il rischio è che qualunque sia la maggioranza che esca dalle urne sia in realtà una minoranza ad esprimere un governo.
L’ANDE che ha tra i suoi scopi principali “combattere l’indifferenza e l’assenteismo dell’elettorato”, non può non fare propria questa battaglia fondamentale per ridare linfa alla vita democratica nel nostro paese".
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